Ritratto

6/28/2017


Guardi con gli occhi dell'idealismo,
ingenuo nelle tue sicurezze.
Critichi il mondo e ciò che vedi,
perché non ti senti schiavo.
Ti credi autonomo, sopra le righe,
mentre intrecci parole e pensieri.
Ma è quando arrossisci che ti mostri.
Quando i tuoi occhi castano-verdi scattano, verso un punto lontano.
Quando le tue sicurezze cadono sotto le paure giovanili.
Quando ti passi una mano tra i biondi capelli
e ti inumidisci le labbra turgide.
Quella fragilità che assaporavo ad ogni "ti amo" sincero.
Ogni tanto qualche pensiero oscuro ti sfiora
ed un'ombra sottile mi copre.
Se ti senti perso sono nebbia,
fosca e pronta a dissolversi.
Se ti senti forte,
 sono tutto e niente.
A volte il peso della bilancia,
altre catene dolorose.
E poi ci sono quei momenti nei quali il tuo sgaurdo è diverso,
unico tra miliardi di persone.
Mi vedi fino in fono all'anima,
come se fossi luce anche nelle parti in ombra.
Come se potessi amarmi nonostante tutto,
e non importasse se qualche cicatrice mi ha imbruttita.
In quegli attimi, una lacrima sul tuo viso,
o sul mio, non lo so più,
e la mia consapevolezza di vivere per ciò.
E se anche un giorno dovessi decidere di continuare il tuo viaggio
senza di me al tuo fianco,
nel mio cuore sarà quella l'unica consolazione.
Il veleno più dolce per l'ultimo viaggio,
prima di dissolvermi nel vento.

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